Avviso alle naviganti la news 
          di informazione della Casa Internazionale Delle Donne
          n°57 del 29 settembre 2006
          
          in redazione: 
          M. Giulia Catemario, Loredana Monaco, Giovanna Olivieri, 
          Patrizia Regazzoni, Stefania Vulterini      
        
                Sono 30 anni che a Roma abbiamo
una Casa
          
              di Giovanna Olivieri
                  
          Trent’anni fa - il 2  ottobre 1976 –
MLD Movimento di Liberazione della Donna occupava Palazzo  Nardini di Via
del Governo Vecchio a Roma. La tenace resistenza allo sgombero,  la
testardaggine nel rimboccarsi le maniche, il desiderio di una sede per le 
iniziative e lo scambio fra i gruppi, l’adesione sempre più
massiccia di tante  realtà trasformarono il vecchio palazzo in un
luogo vivo di relazioni,  attività, idee che segnarono la vicenda
del femminismo romano e nazionale negli  anni dal 1976 al 1981. Con le
sintetiche note   che seguono vogliamo ricordare un’esperienza
unica in Italia che ha  coinvolto una generazione e che può ancora
parlare alle giovani donne di oggi.
            (vedi approfondimenti)
            
            Una morte annunciata: Safia Ama
Jan è stata uccisa a  Kandahar
              Fonte ANSA
 
              
  Uccisa "perché lavorava per il governo" o forse  semplicemente
perché era impegnata da cinque anni nella difesa dei bistrattati  diritti
delle donne afghane. E' stato questo il destino di Safia Ama Jan,  responsabile
delle questioni dei diritti femminili per la provincia di  Kandahar, assassinata
oggi da uomini armati, forse taleban. Nell'Afghanistan che, dopo la caduta del
regime  fondamentalista nel 2001, sembrava destinato a ripensare il loro ruolo
nella  società, quello di Safia è solo l'ultimo di una lunga serie
di episodi di  violenza contro le donne. Le afghane sono ancora vittime designate
di ogni  sorta di abuso, soprattutto se partecipano attivamente alla vita
pubblica.
  Safia Ama Jan, 50 anni, era davanti alla sua abitazione e  stava salendo 
sulla macchina che avrebbe  dovuto portarla al lavoro. 
  Poco dopo, un comandante dei taleban, il mullah Hayat Khan,  ha rivendicato
l'omicidio con una chiamata effettuata da un telefono non  rintracciabile.
"Abbiamo detto parecchie volte alla gente - ha minacciato  - che chiunque
lavori per il governo verrà ucciso". 
Safia lavorava per la difesa dei diritti delle donne sin  dalla cacciata dei taleban
dopo l'intervento anglo-americano in Afghanistan ed  era entrata a far parte del
ministero degli Affari femminili all'indomani della sua istituzione, nel  2002. 
Dalle Nazioni Unite è immediatamente giunta una ferma  condanna
dell'omicidio: "L'Unama (la missione Onu in Afghanistan) è  sconvolta da
questo assassinio immotivato di una donna che stava solo lavorando  per garantire a
tutte le donne del suo Paese un ruolo nel futuro dell'Afghanistan",  ha
dichiarato un portavoce dell'Unama.
L'assassinio è avvenuto a Kandahar, ex roccaforte dei  taleban
nell'Afghanistan meridionale, dove evidentemente la condizione delle  donne, sebbene
molte siano oggi impegnate nella vita pubblica del Paese, non è  migliorata
di molto. Dopo il 2001 le donne hanno nuovamente avuto accesso  all'istruzione, alle
elezioni e ora non devono più indossare il burqa, ma  grosse parti della
società non le ritengono ancora legittimate ad avere gli stessi diritti degli
uomini…
…Il suo non è un caso isolato: impiegate degli uffici  elettorali,
conduttrici televisive, collaboratrici di Ong straniere sono state  tutte bersaglio
di numerosi episodi di violenza. E oltre ai loro casi, denunciati e giunti alle 
orecchie degli occidentali, sono senza dubbio molti i soprusi consumatisi in 
segreto. 
            
            
            EVENTI class="style4">di OTTOBRE 
            
            > Israele sul  confine da Tel Aviv e Beirut,
appunti di cronaca dalla Galilea.L’esperienza  delle donne per la
pace. Incontro con RONI  BEN EFRAT
giornalista, editor della rivista “Challenge”, Tel Aviv 
intervistata da: Nella Condorelli Ass. Articolo 21. Liberi di, Elisa
Marincola,  Rai  News 24. Mercoledì 4 ottobre, Ore
17.30 Organizza: WILPF–Italia, AWMR–Italia,
Mediterranean  Women Press Network con la collaborazione di: Articolo
21. Liberi di
      > Incontro con una ragazza del secolo scorso class="style1">ROSSANA ROSSANDA  alla Casa  Internazionale delle Donne.
Maria  Luisa Boccia, Manuela Fraire, Bianca Pomeranzi
presentano  l'ultimo libro di Rossana Rossanda (Einaudi, 2005). Il racconto di
una vita: la politica  come educazione sentimentale. Lunedì 9 
ottobre ore 20.30 Organizza: Generi e  generazioni
              
        > Presentazione del libro Il giardino di Shahrzad
di Vida (nome dietro cui si celano tre  lesbiche e
una transessuale che parlano da luoghi diversi: Iran, Europa e Stati 
uniti). Saranno presenti: Nadia Pizzuti giornalista,
Maria Rosa Cutrufelli,  scrittrice, Vladimir
Luxuria parlamentare Mercoledì 11 ottobre ore 
19.00  Organizza: Zora Neale Hurston  (vedi approfondimenti)  
         
            
            >  Inizia il corso di di Storia antica del genere femminile class="style1">Rappresentazioni del femminile antico, a cura
della dott.ra Maria Paola Fiorensoli. 
Lunedì 16 ottobre ore 18-19,30 (il programma
è pubblicato sulla home del sito) 
            
      > Il corso avanzato di scrittura  di Valeria
Viganò riparte mercoledì 18  ottobre alle ore
18.30 sempre presso la Libreria della Casa  Internazionale delle
Donne per info vulterini@tiscali.it tel.347 8419378 
            
            
            class="style3">SEGNALIAMO
            
            > Oggi, dopo 22 anni di abbandono, sono iniziati i
lavori di restauro di Palazzo  Nardini. In data ancora
da definire (ma a breve, e ve ne daremo tempestiva  notizia) nel cortile
e nel portico sarà allestita una mostra
fotografica e  documentaria sulla vita del Governo
Vecchio e i suoi graffiti nella quale  saranno esposti a cura
di Archivia, sia manifesti e locandine, sia foto, sia  una cronologia
delle attività della Casa della Donna. La mostra sarà
itinerante e potrà essere  esposta in altre sedi.color="#990000">
            
                        
            
            color="#990000">APPROFONDIMENTI
              
            > Casa della donna di Via Governo
Vecchio
            di Maria Paola Fiorensoli      
            Il Governo Vecchio,
perché  sempre e solo così è stato chiamato Palazzo
Nardini, sede del Bargello, delpotere civile nella Roma
capitale dello Stato teocratico della Chiesa, è  stato nei
ricordi femministi uno spazio antico, articolato in un cortile, uno 
scalone, un loggiato, corridoi e stanze a perdersi tra calcinacci,
affreschi  vecchi e nuovi e scritte, che ha trasceso la sua
spazialità fisica per  acquisirne una sentimentale e politica,
diventando il luogo romano del femminismo. 
            Eventi, relazioni e  affetti ivi contenuti hanno
superato le sue mura, dilatando l’esperienza di  quel tempo breve
nel proseguire delle vite e per nessuna è stato possibile 
lasciarlo. Spazio e tempo madre del successivo  trascorrere dei
giorni, nel privato e nel pubblico; del costruire altri luoghi
individuali e collettivi, reali e  immaginari; madre della Casa
 Internazionale delle donne alla Lungara.
            Il palazzo, tratto dal  silenzio e
dall’abbandono dalle donne che ne hanno aperto le porte a una 
cittadinanza femminile, territoriale e di genere, ha visto crescere - 
attraverso l’autocoscienza, le pratiche della sorellanza e il
libero  relazionarsi delle idee e dei corpi - la partecipazione, i
desideri, le lotte e  la speranza di cambiare l’ordine dato,
troppo frettolosamente considerato  scomparso. 
            Giorno  dopo giorno, è diventato luogo
sempre più necessario d’incontro, di ricerca e 
d’affermazione d’identità. Un luogo
sessuato,  espressione di quella “stanza tutta per
sé” che si dà come presupposto di  libertà
individuale e collettiva e permette la grande avventura del dirsi e 
dire il mondo. Non accade spesso che in tante, e nello stesso momento,
si  sperimenti questa forza e questa gioia, ed è
l’eredità impiegata per costruire  per noi e per le altre
non il privilegio, ma il diritto agito alla parola. 
              
            
            
            Breve storia di un'occupazione
              di Giovanna Olivieri
            Convocata  come caccia al tesoro riservata
alle  donne da MLD - Movimento di Liberazione  della
Donna – attraverso Radio Donna, con appuntamento a Chiesa
Nuova, il 2 ottobre 1976 comincia
l’occupazione di Palazzo Nardini di Via  Governo
Vecchio. Per fronteggiare lo sgombero si stabiliscono turni notturni di 
presenza, si organizzano attività di sostegno
all’occupazione e iniziative di  presenza politica. Il 10 ottobre
la festa Aspettando la polizia organizzata 
dal Gruppo Romano di Teatro femminista Le streghe, con Giovanna
Marinuzzi,  Daisy Lumini, Ines Carmona, Gabriella Ferri, Michela Caruso,
Stefania Casini,  Dacia Maraini, Maria Monti, Giovanna Marini, Emanuela
Kusterman e Simo &  Susy richiama tante donne alla Casa; nello
stesso mese sono inaugurati il Consultorio del
Collettivo Self Help  MLD e l&rsq!
 uo;Asilo nido, aperto anche al  quartiere, e si forma il
Collettivo  contro la violenza alle donne. A novembre e dicembre
si svolgono i convegni  su informazione  sessuale e
contraccettiva  e  sulla proposta di legge per il
50% di posti di lavoro alle donne e  la preparazione
della manifestazione con fiaccolata Riprendiamoci la
notte contro la violenza alle donne alla quale  arrivarono,
inaspettate, migliaia di donne.
              Rintuzzata  l’ennesima minaccia di sgombero, da maggio
1977 iniziano le adesioni
all’occupazione di gruppi femministi, collettivi di
quartiere, collettivi scolastici e  universitari; anche il secondo e
il terzo piano dello stabile vengono occupati  e fervono i lavori di
sistemazione. La casa, senza luce fino a settembre,  nonostante le
molte petizioni e una manifestazione al Campidoglio, diventa  punto di
incontro fra varie realtà romane per assemblee di mobilitazione
e  convegni: la violenza sessuale e l’aborto sono i temi di due
grandi  manifestazioni, e fra gli eventi più significativi
dell’anno si annoverano il Convegno  internazionale
sulla salute delle donne, la partecipazione alla
manifestazione  dei metalmeccanici con uno spezzone separato,
l’assemblea dopo lo choc  dell’uccisione di Giorgiana Masi
e la manifestazione di solidarietà con C!
 laudia  Caputi; ed è alla casa che MLD, UDI e gruppi femministi cominciano
riunirsi per  il progetto di legge sull’aborto. 
              Il 1978 vede al  centro dell’agenda: il
Convegno sul separatismo, il
Convegno  sul salario alle donne per la riproduzione della
forza lavoro, il Convegno 
nazionale Donne e
informazione, l’ Incontro nazionale
sulle pratiche del parto  e sulla maternità, il
Convegno  internazionale femminista sulla violenza contro
la donna, il Convegno  nazionale su
contraccettivi e aborto che richiama 2000 donne da tutta
 l’Italia. E nella stanza affrescata con i fenicotteri si
inaugura la redazione  di Quotidiano donna (che
è poi un  settimanale), nato il 6 maggio '78, tiratura 80 mila
copie, direttrice  responsabile Emanuela Moroli, autogestito e
autofinanziato con le vendite e le  sottoscrizioni. 
              La discussione sul terrorismo  - sia quello
dell’assalto a Radio Città  Futura durante la
trasmissione di Radio Donna con il ferimento delle donne del 
Collettivo Casalinghe da parte di un commando neofascista, sia
dell’assalto al  carcere di Torino del “gruppo di fuoco di
sole compagne” o delle nuove leve
dell’Autonomia alle manifestazioni - aprono il
calendario del 1979. Gli incontri sul lavoro e le
elezioni  europee, il Convegno Sessualità e denaro,
 l’elaborazione della Legge di iniziativa
popolare contro la  violenza sessuale, la   Conferenza stampa
di Kate  Millet, il Concerto Rock nel cortile, le
trasmissioni di Radio Lilith nello studio al Primo 
Piano, l’entrata in funzione dell’ostello
e del bar, l’inauguraz!
 ione del Centro Culturale Virginia Woolf Università delle
donne, i tanti tavoli di raccolta firme per la legge sulla  violenza sessuale
animano un incessante andirivieni fra le sue stanze e  l’esterno. 
              La difesa della legge sull’aborto, sia per la sua  attuazione,
messa in difficoltà dall’obiezione di coscienza, sia per
i  referendum abrogativi proposti dal  Movimento per la Vita  e dal
Partito Radicale è motivo di molte mobilitazioni del
1980, così come la legge sul finanziamento ai
giornali che esclude  i periodici e la consegna delle 300.000 firme
raccolte per la proposta di legge  contro la violenza sessuale. Il
Convegno  sull’infanticidio, il Convegno
Ristrutturazione economica e sociale:  organizzazione
autonoma delle donne nella attuale fase politica,
il Convegno nazionale Cinema  e video
delle donnee ilConvegno Donne e lavoro
propongono altri temi di discussione, mentre  cominciano a
farsi sentire le difficoltà di un palazzo che ha bisogno di
più  radicali restauri e il problema di!
  una difficile convivenza dei Collettivi con  le donne in difficoltà che vi
arrivano sempre più numerose in cerca di casa,  lavoro, sostegno
psicologico ed economico.
              Nel 1981 proseguono i Corsi del Centro  Virginia
Woolf, alla Casa si trasferisce il Centro
Documentazione Studi sul  Femminismo, 
viene aperta una  ludoteca, si protesta contro i missili e si
manifesta per il disarmo, si  organizza una Rassegna di film e
 audiovisivi realizzati da donne. A giugno e a dicembre si
svolgono il Primo  e il Secondo Incontro nazionale
di donne lesbiche e nasce la
redazione  della Bollettina del CLI Collegamento Lesbiche Italiane. Il
21/22 novembre il  Convegno I diritti e gli spazi delle
donne, come difenderli e conquistarne di  nuovi si
concluderà con la petizione popolare al sindaco sulla 
invivibilità della Casa della Donna. A maggio del 1982 il
Sindaco in visita  alla Casa constata le condizioni di fatiscenza e
comincia la trattativa che  vedrà all’inizio!
  due opzioni: restauro o nuova sede. La trattativa si  concluderà con
l’assegnazione di una parte del Palazzo del Buon Pastore, mentre  il Governo
Vecchio, già abbandonato dai collettivi, sarà sgomberato dalle 
ultimi abitanti che vi si erano installate con un’irruzione della polizia il
17  Settembre del 1984.
              Alla  Casa delle donne hanno operato tantissimi gruppi e collettivi;
di alcuni  abbiamo trovato tracce e ve li proponiamo in ordine
alfabetico. Ovviamente  l’elenco é lacunoso e ci
auguriamo che possa essere integrato da ulteriori  ricerche.
              
  Gruppi e Collettivi della Casa  della donna Via Governo Vecchio:
            
            - Associazione culturale Casa della Donna
 
            - Centro  Documentazione e Studi sul femminismo
 
            - CLI, Collegamento Lesbiche Italiane; riunione il martedì ore 
20 
            - Collettivo alimentazione  alternativa e salute della donna;
riunione il venerdì ore 16.30 
            - Collettivo Alitalia
 
            - Collettivo Artemide,  donne lesbiche in rivolta
 
            - Collettivo  autogestione; riunione martedì
giovedì e sabato ore 15 
            - Collettivo Camera  oscura
 
            - Collettivo contro la  violenza sulle donne; riunione
mercoledì ore 17 e 30 
            - Collettivo danza del Governo Vecchio; riunione il martedì e 
venerdì 2° piano portico 
            - Collettivo delle casalinghe; riunione il lunedì ore 17
 
            - Collettivo delle studentesse Mariarosa è minorenne
 
            - Collettivo di artigianato le rospe nere
 
            - Collettivo donna e  immagine
 
            - Collettivo donne e  lavoro
 
            - Collettivo Donne e  malattia mentale
 
            - Collettivo Donne e  Politica
 
            - Collettivo eroina del Governo Vecchio
 
            - Collettivo Insegnanti
 
            - Collettivo la Mimosa; riunione  mercoledì ore 19,
sabato ore 15 
            - Collettivo Lotta  femminista
 
            - Collettivo per il  salario al lavoro domestico
 
            - Collettivo per l’autofinanziamento (vendita usato)
 
            - Collettivo self-help MLD; lunedì, mercoledì e
venerdì ore 16 e 30 
            - Collettivo separate  sole e divorziate; riunione
martedì ore 17 
            - Collettivo sul parto
 
            - Comitato di gestione del Governo Vecchio; riunione sabato  ore 18
 
            - Comitato donne unite CDU
 
            - Consulenza  legale con Tina Lagostena Basso e Grazia Volo
 
            - Coordinamento  dei Consultori
 
            - Coordinamento donne  contro l’energia nucleare
 
            - Coordinamento  giuridico;  lunedì ore 17 e 30
 
            - Donne insieme; giovedì e  sabato corsi di lingue e
di chitarra 
            - Gruppo AIDOS
 
            - Gruppo astrologico del Governo Vecchio
 
            - Gruppo di teatro Le  streghe
 
            - Gruppo Erba Voglio
 
            - Gruppo rifiutare
 
            - Ludoteca delle donne
 
            - MLD - Movimento di Liberazione della Donna
 
            - Ostello La bella  addormentata, poi cambia nome e si chiama
Pink Panter 
            - Posto di ristoro Alla  luna guduriona poi l’oca
ladra 
            - Radio donna, riunione il  martedì, trasmette a Radio
Città futura 
            - Redazione Bollettino  del CLI
 
            - Redazione Quotidiano  Donna
 
            - Redazione Radio Lilith
 
            
            
            Essere omosessuali in Iran è
una malattia mortale
            di Stefania Vulterini 
            "Chi è la misteriosa Shahrzad che
dà il titolo a questo  libro? Di Shahrzad si sa che non è
una reincarnazione della celebre narratrice  delle Mille e una Notte. Si
sa invece che è nata a Shiraz, vive a Roma, studia  la
civiltà del vino nell’antica Persia ed è da sempre
innamorata della sua  amica d’infanzia Parvin….
  E chi è Vida? Dietro questa firma si cela un gruppo di  persone. Persone
coraggiose al punto da osare denunciare la condizione delle  minoranze sessuali in
Iran, ma non incoscienti al punto di uscire allo  scoperto, quando, sfumate le
speranze di una svolta libertaria, il loro paese  rischia di ripiombare
nell’oscurantismo. Vida è un nome di donna persiana,  acronimo di tre
giovani lesbiche e una transessuale che parlano da luoghi  diversi: l’Iran,
l’Europa e gli Stati Uniti.   Vida è l’equivalente di
Chiara, in italiano, ma rimanda anche alla  conoscenza, in sanscrito, e alla vita,
in spagnolo.
  Il testo, inedito in persiano, e ora pubblicato in Italia  pubblicato, è
una composizione a più voci, la storia di un percorso personale e 
collettivo verso la consapevolezza. Ma è anche un duro atto di accusa
contro la  sharia, la legge islamica che punisce con la pena capitale i rapporti
tra  persone dello stesso sesso”. 
  Le parole di Virginia Gorgan, traduttrice di questo testo  meritoriamente
pubblicato da Il dito e la luna, ci portano direttamente al  cuore del libro, che
è nello stesso tempo un discorso sull’amore, una  riflessione
politica sulle relazioni fra donne, un romanzo di formazione, una  cavalcata nel
Weblogestan- la blogosfera iraniana-, una decisa denuncia del 
fondamentalismo , ma anche una dichiarazione di appartenenza e  di rispetto
per il proprio paese, l’Iran e per quelle donne e uomini che  combattono per
riportare nella società iraniana la cultura della vita, dei  diritti, del
rispetto delle diversità, della poesia e, perché no, del vino.
  Perché se forse mai la Persia è stata il paese delle mille e una
notte,  certo non è neanche quello della notte buia in cui lo vuole
inghiottire un  regime oscurantista che ha in odio soprattutto la libertà
femminile e  l’espressione delle singolarità e delle differenze.
“Essere omosessuali in Iran è una malattia mortale” annota 
Shahrzad nel suo diario.
Ma la società iraniana ha sempre attuato delle strategie di  resistenza e
forme di contrattacco e la comunità LGBT ha da subito cominciato  ad
utilizzare internet per esprimersi liberamente e sono fioriti associazioni e  siti
LGBT sia nel paese degli ayatollah sia tra gli iraniani della diaspora.
La seconda parte del libro offre a noi lettori occidentali  la possibilità di
leggere moltissimi di questi scambi in rete  su tematiche centrali anche da noi
quali  visibilità, omofobia, censura e autocensura, coming out e
omosocialità, transessualità  e poi Corano e legge islamica,
compatibilità tra fede in Dio e omosessualità,  mobilitazione
internazionale contro la repressione, diritto d’asilo.
Giustamente scrive la curatrice del libro “Il blog segna il  passaggio da un
io ripiegato su se stesso, oppresso dalla vergogna e dalle  interdizioni, a un
sé collettivo e ancora più a un Noi”.
            
            APPUNTI E SPUNTI DAGLI EVENTI
            
      
              >La tappa romana di Europan      Truck Tour
For Diversity - Against Discrimination
              di Patrizia Regazzoni 
              
              Il 14 settembre Roma ha messo in piazza (del Popolo), per un'intera
giornata, storie di ordinaria discriminazione della sua città e
della sua provincia- dal sessismo, alla violenza, alla prevaricazione
verso gli omosessuali- con tir tematici e stand. Nel primo pomeriggio
le donne   delle associazioni e della Casa Internazionale delle Donne,
che era presente   con uno stand, hanno parlato con grande passione
sul tema "Le radici   sessiste dell'Europa: dalla cultura dello stupro
alla libertà femminile".   Quindi c'è stato l'incontro
tra le associazioni e le istituzioni   rappresentate dalla ministra
delle Pari Opportunità Barbara   Pollastrini. Un diluvio
universale e implacabile è venuto giù per tutta la  
giornata impedendo all' Orchestra di Piazza Vittorio di finirla in
musica e   a noi di tornare a casa asciutte.            
            
            ARTICOLI
              
              > Chi ha paura di Ahmadinejad? Un milione di firme  per le
donne iraniane
              di Nadia Pizzuti  (dal sito href="http://www.controparola.it">www.controparola.it)
            Ai tempi di Khatami il  riformista, le iraniane
speravano che le cose sarebbero cambiate, soprattutto  speravano che
sarebbero cambiate le leggi, ispirate alla sharia, che  considerano le
donne cittadini di serie B. Oggi le iraniane hanno una maggiore 
visibilità e le norme sul 'velo' coatto appaiono meno rigide, ma
le leggi sono  rimaste praticamente immutate. Con l'avvento di
Ahmadinejad l'oltranzista, il  regime islamico vorrebbe vedere le donne
tornare al focolare domestico, ridotte  al ruolo di madri di famiglia. O
al massimo le usa per riempire le piazze,  quando urge mostrare al mondo
il consenso delle masse sul diritto dell'Iran a  sviluppare un programma
nucleare.
              In un paese dove  le donne rappresentano oltre il 65% della
popolazione universitaria e sono  presenti in tutti i settori della
società, la legge autorizza la poligamia e,  in caso di
divorzio, garantisce all'uomo diritti molto superiori a quelli della 
donna, a cominciare dalla custodia dei figli, quasi sempre concessa
agli ex  mariti. In Iran, inoltre, alle donne spetta soltanto la
metà dell'eredità  rispetto ai fratelli maschi,
così come la metà rispetto agli uomini vale la 
testimonianza di una donna in tribunale e la metà è il
valore del 'prezzo del  sangue', cioè la somma da pagare se si
provoca la morte accidentale di una  persona.
      Oggi in Iran  qualsiasi istanza, protesta o proposta a favore delle donne
rischia di finire  in un vicolo cieco o di essere duramente repressa. L'8
marzo scorso, la polizia  ha picchiato e arrestato decine di attiviste che
celebravano la giornata  mondiale della donna in un parco di Teheran. 
      Ma le iraniane non  si danno per vinte. L'ultima sfida l'ha lanciata Shirin
Ebadi, la prima  musulmana ad aver ricevuto il Premio Nobel per la pace, nel
2003. L'avvocata e  giurista è infatti la prima firmataria di un
appello per una riforma radicale  delle leggi che discriminano le donne. La
campagna, avviata a fine agosto,  punta a raccogliere un milione di firme - in
Iran e all'estero - per poi  presentare un disegno di legge al parlamento di
Teheran. 
      "Le leggi non  sono al passo con l'evoluzione della nostra
società. Noi chiediamo una riforma  che rispecchi gli impegni assunti
dal nostro governo quando ha sottoscritto le  convenzioni internazionali sui
diritti umani'', ha spiegato Ebadi a un gruppo  di giornaliste e giornalisti a
Roma.
      L'iniziativa  prevede tra l'altro una raccolta di firme porta a porta, anche
in località  remote dell'Iran, e la possibilità di aderire via
Internet. Le cento prime  firmatarie iraniane - tra cui la poeta Simin
Behbahani, la scrittrice e  editrice Shahla Lahiji e la regista Tahmineh
Milani - contano su un forte  sostegno internazionale: chi vuole aderire
troverà un modulo in inglese nel  sito
 href="http://www.we-change.org">www.we-change.org.
            
            
            CORSI
            
            
            > Laboratorio  di
scrittura e narrazione  condotto da  Valeria
Viganò
      L’analisi e  la pratica del  narrare tra  espressione del
sé e immaginazione
            Sono aperte le iscrizioni al corso  di scrittura di
Valeria Viganò che si tiene per il quarto anno alla Casa
Internazionale  delle Donne. Il corso inizierà
mercoledì 24 gennaio 2007 , si articolerà
in 10 lezioni  di 2 ore ciascuna mercoledì dalle 18.30 alle
20.30
  Per info vulterini@tiscali.it
Tel.3478419378
            Il laboratorio sarà condotto in  dieci lezioni
di due ore ciascuna. Avrà due fasi che si alterneranno e faranno 
da supporto reciproco per la comprensione della materia
“scrittura” , nel suo  aspetto teorico e pratico. Vi
sarà una parte dedicata alle ragioni e alla necessità 
della rappresentazione scritta, con frequenti incursioni nella
saggistica che  si è occupata direttamente dei metodi e dei modi
della scrittura  e il confronto con alcuni testi della  narrativa
novecentesca. Vi sarà poi l’aspetto più concreto nel
quale le  partecipanti si misureranno con molti esercizi e produzione di
testi  sui quali verrà proposta, in ogni lezione, 
un’analisi collettiva  dell’espressione  linguistica,
della trama o dei personaggi, . L’aspetto di laboratorio
assumerà  qui il suo valore di lavoro collegiale nel quale tutte
sono chiamate a  esp!
 rimere un parere critico sulle pagine prodotte da sé e dalle altre. 
L’intento del laboratorio è perciò non solo quello di capire le
forme del  romanzo e del racconto e di imparare a solidificare le personali
tensioni verso  l’espressione di contenuti, ma  anche  quello di
sviluppare una lettura attenta e diversa da quella del lettore  comune, al fine di
assumere la necessaria capacità di valutazione dei propri  testi.
 L’intento del laboratorio è anche la cura  delle capacità
sensoriali della percezione della realtà, dell’uso immaginativo  della
mente, dell’efficacia restitutiva della parola.  Sarà la ricerca
di un nuovo modo di vedere,  pensare, immaginare lontano dagli stereotipi correnti,
alla ricerca di quella  lingua nuova che Ingeborg Bachmann   poneva come
imperativo essenziale del lavoro dello scrittore.
               
            Punti  essenziali trattati:
            
              - Acquisizione, visione,  restituzione 
 
              - I personaggi, la  storia, l’ambientazione
 
              - Autobiografismo o  autenticità 
 
              - La punteggiatura e il  ritmo 
 
              - Tempo cronologico e  acronologico: le unità di tempo e
spazio  
              - Il punto di vista
 
              - Il superfluo e il  necessario 
 
              - Motivazioni, scopi,  efficacia
 
              - Trasformazione da  lettura passiva a lettura attiva
 
              - Etica della Scrittura
 
              - La sessualità della  scrittura
 
                 Il laboratorio prevede una serie di  esercizi  da svolgere in
classe e a casa  che hanno lo scopo  di insegnare a  scrivere
narrativa e non solo,  a usare  le parole giuste con un
ampliamento lessicale, a trovare chiarezza e  strutturazione del
pensiero e dell’espressione, a leggere in modo più 
approfondito. 
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            > Corso di lettura Il
piacere di  leggere ossia le radici oscure del
desiderio 
            condotto da Sandra Giuliani  
            Lo stage si articola in 15 incontri (30 ore), ogni 
Mercoledì dalle ore 21.00 alle ore 23.00 Inizio previsto: 25
ottobre.  Max partecipanti: 20   Min. 10
  Per prenotazioni:  vulterini@tiscali.it - href="mailto:sandra_giuliani@fastwebnet.it">sandra_giuliani@fastwebnet.it -
tel  3478419378 
            Introduzione
            
  La lettura può essere un piacere, solo in parte rinforzato
dall'oggetto libro, o un evento occasionale fortemente motivato 
dall'oggetto, a cui resta legato, senza produrre la certezza di un  comportamento
ripetibile.
  In tutti i casi, leggere è un processo che implica (mette
in gioco) diverse attività e  competenze,  un
fenomeno perché evidenzia un comportamento osservabile
(movimento  degli occhi, posizione del corpo) e una tecnica che
si crede di avere assunta definitivamente tanto tempo fa  e che, invece, si
raffina e si allena di  continuo.
  Leggere bene: esiste una qualità della  lettura che ci
caratterizza e che ci fa scegliere testi o autori di un certo  tipo - una specie
di risonanza interna - e ce ne fa rifiutare altri, spesso a  priori. Se si
impara a leggere aumentano  le scelte di lettura.
  Leggere bene: esiste dentro di noi un  pensiero narrativo, un
insieme di strutture cognitive ed emotive che ci  consente di organizzare la
nostra esperienza quotidiana trasformandola in  vissuto così come ci
permette, inconsapevolmente, la comprensione di una  storia. Interpretare,
inferire, ricondurre al nostro punto di vista,  partecipare, immaginare e
commuoverci sono tutte attività e processi che  “accadono”
durante la lettura così come “disegnano” la vita. Se si
impara a leggere aumentano le  possibilità di cambiare la nostra
vita.
  Per leggere  bene dobbiamo mettere in crisi
(“incrinare”) il nostro atteggiamento, le abitudini e  le nostre
certezze di lettura per scoprire il volto che abbiamo mentre  sfogliamo un
libro.
            
            
            Calendario  di ottobre  
              
              Mercoledì 4 Ore 17.30
                  Israele sul confine. Da Tel Aviv e  Beirut, appunti di
cronaca dalla Galilea.
                  L’esperienza delle donne per la
pace.
                Incontro con Roni Ben Efrat, giornalista, editor 
della rivista “Challenge”, Tel
Aviv.
                Intervistata da Nella Condorelli, Ass. Articolo 21.
 Liberi di, Elisa Marincola, Rai News 
24
                Organizza: Wilpf -Italia, Awmr –Italia, Mediterranean 
Women Pres Network, con la collaborazione dell’associazione
Articolo 21. Liberi di
              Sabato 7 Ore   10.00
                Giornata dell’allattamento  materno promossa dall’Ordine
delle Ostetriche di Roma in collaborazione con gli  Ordini
Provinciali delle Ostetriche del Lazio e la Leche League Italia
                Convegno: Parliamo  di latte di Mamma
(3° edizione). 
                Partecipano Marina Baldocci, Sheri Khan, M. Ersilia
Armeni.
                Esposizione dei lavori dei  ragazzi, delle scuole del Comune di
Genzano, Roma.
                Cineteca: proiezione di  filmati e diapositive. Attività
ludiche di intrattenimento
                Organizza: Ordine delle Ostetriche di Roma, in  collaborazione
con gli Ordini Provinciali delle Ostetriche del Lazio e la Leche
League Italia
      Lunedì 9 Ore 20.30
                  Incontro con una ragazza del secolo 
scorso
                  Maria Luisa Boccia, Manuela Fraire, Bianca  Pomeranzi
presentano l’ultimo  libro di Rossana
Rossanda (Einaudi  2005). Sarà presente
l’autrice
          Organizza: Generi e Generazioni
              
              Giovedì 19  (ora non pervenuta)
      Franca Orletti (Università di Roma 3) presenta il volume:
Linguaggio e genere. Grammatica e usi. A cura di
Silvia Luraghi e Anna Olita  Con contributi
di C. Andorno, C. Bazzanella, M. Chini, C. Demarca, U. Doleschal, O. Fornaia,
S. Nuraghi, M. Manera, G. Manzelli, F. Menz, A. Olita, A. M. Thomton, C.
Vallini.  Saranno presenti le curatrici del volume, l’editore e alcuni
degli autori  Organizza: Università di Pavia Dipartimento di
Linguistica
              Venerdì 20 ore 16.00
                Mostra fotografica e  proiezione Fotografie in movimento.
Seguendo la Dea di Jacqueline Domin.
Organizza: Il paese delle donne
              Sabato 21 Ore 9.30
                Presentazione di La Casa dei Libri di
Baghdad, il progetto di  ricostruzione della Biblioteca di
Baghdad nell’ambito del programma Biblioteche  solidali.
Partecipano alla iniziativa, tra gli altri: 
  Saad Eskander (Iraqi National Library and Archives di Baghdad),
Fabio Alberti (Un Ponte per), Anna Paolini
(UNESCO Parigi), Jan Urban (GEMA Institute of  Restoration di
Praga) e Antonia Ida  Fontana (Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze)
                Organizza: Area Cultura Casa Int.le delle
Donne
              Mercoledì 25 Ore 18.00
                TESI e INCONTRI. Temi ed  argomenti in discussione a partire da tesi
di laurea di donne “Quotidiano Donna” e il movimento
femminista degli anni ‘70. Tesi  discussa nell’anno
accademico 2005/06, facoltà di Scienze Politiche, Roma, La
Sapienza. Sarà  presentata da: Emanuela Moroli,
Beatrice  Pisa, Elisa Salvati
                Organizza: Area Cultura Casa Int.le delle
Donne
              Sabato 28 Ore 10.00
                  Forum sulla violenza
                Organizza: AFFI